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Consulenza e Sostegno psicologico

La Consulenza e il Sostegno psicologico sono percorsi finalizzati ad orientare, promuovere, sostenere e sviluppare le potenzialità della persona, aiutando a reperire strategie idonee alla risoluzione delle problematiche incontrate e stimolando le risorse personali. Risultano utili laddove non venga riscontrato un disturbo psicologico, quanto piuttosto una specifica difficoltà quotidiana (affrontare una situazione critica, prendere una decisione, trovare una soluzione funzionale ai problemi incontrati, migliorare una relazione coniugale, familiare, affettiva, professionale o amicale).
La consulenza e il sostegno psicologico sono interventi non terapeutici che si declinano in percorsi differenti a seconda degli ambiti in cui sono effettuati (quali ad esempio la Psicologia del Benessere, la Psicologia Scolastica, la Psicologia dello Sport, la Psicologia Giuridica, ecc..).

La Consulenza psicologica

La Consulenza psicologica consiste in un intervento breve (generalmente di pochi colloqui) che può rivolgersi a una singola persona, o alla coppia, o alla famiglia. In questo ambito, generalmente, vengono affrontati temi legati a difficoltà temporanee, a disturbi di lieve entità o a disagio nelle relazioni ed ha molto spesso un carattere essenzialmente informativo.

La consulenza può riguardare:
• difficoltà individuali temporanee;
• disagio di coppia e disturbi sessuali;
• difficoltà di rapporto fra genitori e figli;
• problematiche psicoeducative;
A seconda della problematica presentata e degli obiettivi psicologici concordati, l’intervento può configurarsi come:
• Consulenza psicologica individuale
• Consulenza psicologica di coppia
• Consulenza psicologica familiare

Il Sostegno Psicologico

Il Sostegno Psicologico è un intervento non terapeutico rivolto a persone che vivono un momento di disagio o crisi personale, ma che non presentano sintomi rilevanti o comunque un quadro clinico tale da necessitare di intervento psicoterapeutico.

Può essere effettuato individualmente o in gruppo, quando più persone condividono le stesse difficoltà o un’identica situazione personale: include infatti percorsi di sostegno a momenti di cambiamento che non necessariamente implicano difficoltà.

A seconda della problematica presentata e degli obiettivi psicologici concordati, l’intervento può configurarsi come:
• Sostegno psicologico individuale
• Sostegno psicologico di coppia
• Sostegno psicologico familiare
• Sostegno psicologico di gruppo


Psicoterapia cognitivo-comportamentale

La psicoterapia cognitivo-comportamentale è un percorso di trattamento dei disturbi psicologici i cui obiettivi sono: (1) ridurre la sofferenza emotiva, (2) aiutare a vivere meglio, (3) aiutare a raggiungere i propri scopi di vita.
Questi obiettivi possono essere raggiunti attraverso la modifica di schemi mentali e comportamentali controproducenti. La psicoterapia cognitivo-comportamentale prevede incontri settimanali di 45-60 minuti, per una durata media di 3-6 mesi, che si può estendere fino a 12 mesi in casi di maggiore sofferenza emotiva. Solitamente alla fine del percorso gli incontri non si interrompono bruscamente, ma sono previsti alcuni incontri di monitoraggio ad intervalli sempre più ampi.

Gli obiettivi generali della psicoterapia cognitivo-comportamentale sono:
• identificare schemi, stili di pensiero, emozioni e comportamenti che generano e mantengono il malessere emotivo;
• imparare a riconoscerli nel momento in cui si attivano;
• costruire nuove prospettive e nuove reazioni, fatte di pensieri e comportamenti più utili.

Attraverso queste tre tappe la psicoterapia guida la persona verso un cambiamento che permette di raggiungere obiettivi personali, migliorare la qualità delle relazioni con gli altri e ridurre la propria sofferenza emotiva. La psicoterapia cognitivo-comportamentale si avvale di tecniche basate sul colloquio clinico, esercizi comportamentali e tecniche immaginative.

La Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale è:
Efficace: la terapia cognitivo-comportamentale ha dimostrato scientificamente di essere il trattamento più efficace per molti disturbi (es. ansia, panico e depressione);
Pratica e concreta: si focalizza prevalentemente sui problemi e sui sintomi;
Centrata sul presente: la terapia cognitivo-comportamentale parte da come i sintomi vengono mantenuti nel presente; l’infanzia può essere analizzata ma solo comprendere dove sono nati i problemi;
Breve: predilige interventi brevi, molti dei quali raggiungono risultati efficaci già in 3-6 mesi di intervento;
Attiva: il terapeuta fornisce strumenti pratici per superare le difficoltà e sperimentare nuove prospettive;
Collaborativa: il terapeuta è l’esperto della mente, il paziente è l’esperto di se stesso, insieme possono trovare la soluzione più adatta per raggiungere il benessere e realizzare i propri scopi.


Valutazione psicodiagnostica

La valutazione psicodiagnostica è un processo strutturato di conoscenza e comprensione del paziente (Individuo, Coppia o Famiglia) che consente di ottenere informazioni sulla natura, l’entità, ed eventualmente le cause della problematica presentata. Tale processo si avvale fondamentalmente di due strumenti metodologici:
•  Il colloquio psicologico
•  I test psicologici

Attraverso il colloquio psicologico vengono accolti ed esplorati i vissuti, la storia e i problemi della persona, con lo scopo di individuare, all’interno della sua storia personale, i fattori intrapsichici, relazionali, familiari e biologici, che possono aver contribuito all’insorgenza del disturbo o della condizione di sofferenza lamentata.
La diagnosi psicologica non si limita al riconoscimento ed alla classificazione dei sintomi o all’inquadramento di una malattia (come avviene in ambito medico) ma, tenendo conto della complessità e dell’unicità di ogni individuo, si propone di giungere ad una comprensione psicologica che passa necessariamente attraverso la condivisione emotiva e cognitiva di aspetti profondi di sé.

L’utilizzo dei test psicologici completa ed integra le informazioni raccolte durante i colloqui, permette la valutazione di funzioni o caratteristiche specifiche di personalità e consente di avere, in tempi relativamente brevi, una conferma o disconferma delle osservazioni cliniche.

Il processo diagnostico si struttura, inoltre, in funzione della sua finalità.
All’interno di un contesto clinico la diagnosi funge da guida e da criterio pragmatico sulla fattibilità del trattamento e si configura come proposta di un progetto terapeutico: approfondendo la conoscenza relativa alle proprie caratteristiche personali, relazionali e contestuali, il paziente è posto nella condizione di prendere autonomamente delle decisioni e operare delle scelte che facilitino la realizzazione dei propri bisogni e delle proprie aspirazioni.

La diagnosi non è “un’etichetta” che si appone al paziente, ma una descrizione dinamica di una modalità di funzionamento, sempre passibile di cambiamento nel tempo.